lunedì 14 gennaio 2013

Il settore della moda.


Facciamo una breve fotografia del settore dell’abbigliamento internazionale.


Andamento borsistico.

Dalla metà del mese di agosto 2003, data di partenza dell’indice Bloomberg World Apparel Index (Bwai), osserviamo dal grafico normalizzato che il comparto, espresso in euro, ha sempre fatto meglio dell’indice World Msci (in euro) raggiungendo ai giorni nostri una performance del +124% rispetto al timido +30% dell’indice azionario mondiale. Prendendo in considerazione il minimo di marzo 2009, il comparto è cresciuto del 169% quasi il doppio dell’89% fatto registrato dall’indice generale. Questo potrebbe rappresentare un ottimo punto di partenza.
Disegno di Miseon Kang


Capitalizzazione per paese.
Le 51 società che compongono il Bwai provengono da 15 paesi e principalmente dalla Cina con 15 aziende (il 29.40% del totale), seguito da Hong Kong con 7 unità, quindi dal Giappone con altre 4 unità. Interessante dunque osservare un’elevata concentrazione di società in Asia pari al 51% del totale. Parliamo dunque di numeri importanti, ma la capitalizzazione delle società asiatiche sfiora il 30% del totale del comparto, mentre la Francia, con i soli 2 colossi Christian Dior ed Hermes supera abbondantemente il 37% del settore complessivo.


Qualche dato rispetto alla capitalizzazione.
Rendimento del dividendo.
Dal grafico a bolla emerge immediatamente come il dividendo delle aziende a maggiore capitalizzazione sia solitamente inferiore al 4%. Il rendimento medio è del 2.38%.


Prezzo earnings.
Solitamente, i PE delle società a bassa capitalizzazione rimangono al livello della mediana (18.83) della popolazione osservata, mentre il 3° quartile (24.34) è interessato da aziende a media capitalizzazione.


Roe
La media della redditività del capitale proprio ponderata dalla capitalizzazione di borsa è pari al 21.51% ed osserviamo, ovviamente, che questo target è irraggiungibile per molte società di medie piccole dimensioni.

Stime di PE
Il grafico evidenzia che, quasi sempre, il PE stimato per l’anno successivo sia inferiore a quello attuale e che, in soli 2 casi (l’elvetica Calida e la società Ygm), assistiamo al contrario. La retta rossa è la frontiera che indica che il PE attuale e quello stimato sono identici.


Andamento delle vendite.
Il comparto ha generalmente beneficiato di un aumento delle vendite durante gli ultimi 12 mesi anche se ci sono qualche eccezione, anche in Italia. Interessanti gli aumenti dei ricavati di +62% per Dongguan e del 48.86% per Lanci.


Debito / Totale attivo
Il rapporto medio ponderato tra il debito ed il totale dell’attivo è del 13.43%, ma osserviamo un comparto fortemente indebitato e 10 società con un rapporto tra il 27% ed il 51%. In vetta alla classifica troviamo le americane Hanesbrands e Fifth & Pacific Cos Inc con rapporti rispettivi di 50.51% ed 46.98%.


Alpha & Beta
Il comparto vanta 17 titoli con un Alpha positivo (quindi più forti dell’indice) ed un Beta inferiore a 1 (ossia meno volatili dell’indice) e tra questi emergono anche i 2 titoli francesi oltre che al tedesco Hugo Boss. La capitalizzazione di questi 17 titoli rappresenta il 58.7% di quella settoriale. Mancano tuttavia i dati relativi a 5 aziende asiatiche.

Performance 1-5 anni.
Osserviamo che molti titoli del comparto hanno avuto delle performance positive ad 1 ed a 5 anni ed i soli 4 che hanno perso su entrambe le scadenze sono asiatici. L’inclinazione della retta di regressione ci indica che il settore ha beneficiato di un trend borsistico decisamente rialzista durante gli ultimi 12 mesi e conferma, parzialmente, gli ottimi dati del coefficiente Alpha. Interessanti i rialzi a 1 anno del 147% della società polacca Lpp ed il +123% di Prada (Hong Kong).


Ultimi dati del settore.
In Italia, l’indice dei prezzi al consumo generale Nic (base 2010 = 100) relativo al mese di dicembre 2012 è pari al 3%, mentre l’indice limitatamente al comparto “abbigliamento e calzature” è del 2.60%.

Anche se osservato molto rapidamente e da lontano, il settore dell’abbigliamento appare relativamente interessante sia dal punto di vista fondamentale sia tecnico e le 51 aziende prese in considerazione ci offrono un’ampia scelta.


Di seguito qualche grafico per poter confrontare i titoli francesi Christian Dior ed Hermes.



Giovanni Maiani