giovedì 5 dicembre 2013

World Nominal Gdp

Qualche giorno fa mi è venuta la curiosità di analizzare il Pil nominale storico dei vari paesi e di cercare il numero di paesi al di sopra, e quindi al di sotto, della relativa media mondiale.

Procedimento:
Ho sommato i dati relativi al Pil nominale annuo di 78 paesi (nel 1962 i paesi con dati disponibili erano 51) realizzando un Pil nominale mondiale attendibile anche se parziale che, tuttavia, rispecchia tra il 90 ed il 97% quello ufficiale. Calcolo quindi la media dei dati disponibili ed individuo il collocamento dei vari paesi rispetto ad essa.


Il grafico mostra un numero tendenzialmente ascendente di paesi che hanno un Pil nominale al di sopra della media mondiale (media semplice e non ponderata).

Apparentemente, la rappresentazione grafica dei risultati sottolinea che un numero sempre più elevato di paesi si stava arricchendo, ma è inverosimile. I dati non possono essere immediatamente interpretati in quanto il peso relativo dei vari paesi è molto diverso.


Inoltre, da uno studio più accurato (o meno superficiale) è emerso che il peso percentuale del Pil degli Usa (scala di sinistra) rispetto a quello mondiale è ovviamente molto elevato in quanto parliamo della 1° economia del pianetto, ma diminuisce costantemente ed in modo considerevolmente dal 2001 passando dal 32% al 22% circa del 2012. Allo stesso modo il Pil nipponico indietreggia in percentuale sul totale dal 1995 a favore di una crescita di quello cinese dall’inizio degli anni ‘90.


Escludendo i dati del Pil Usa dal conteggio del Pil mondiale emerge che il numero dei paesi con un Pil al di sopra della media mondiale è praticamente stabile nel tempo e pari a 16/17 circa. Ora ci siamo.

Di conseguenza, è evidente che l’eccessivo peso del Pil nominale americano e, di conseguenza, la sua dinamica condiziona considerevolmente il Gdp nominale mondiale, e quindi la sua media semplice.

Preciso che, da “bravo analista”, la mia è stata una pura curiosità in quanto calcolare la media mondiale semplice del Gdp nominale non ha assolutamente senso visto la disparità dei dati. E’ importante quindi sottolineare qualche altro indicatore statistico che meglio definisce la serie storica. In particolare, il primo quartile rappresenta soltanto lo 0.10% del Pil nominal mondiale, la mediana appena lo 0.35% ed il 3° quartile con difficoltà lo 0.84%. Ora ha più senso dire che il Pil cinese rappresenta l’11.62% del totale in quanto riusciamo a collocarlo in modo più efficiente tra i 78 paesi della nostra selezione. A comprova della quasi eterogeneità dei dati, la somma del Gdp dei primi 5 paesi (Usa, Cina, Giappone, Germania e Francia) rappresenta il 50.07% del Pil mondiale

Lo studio è utile al fine di ribadire una cosa ovvia, ma per tale motivo spesso sottovalutata. Ossia tirare delle conclusioni troppo in fretta, in molti casi per mancanza di tempo, è controproducente ed induce in errore. Spesso si sente, per esempio, che il mercato azionario ha chiuso la giornata invariato, ma in molti casi, si sorvola il fatto che nell’intraday è passato magari da un -2% ad un +1% per poi chiudere in pari. C’è una bella differenza…

L’abito non fa il monaco.

Cordialmente
Giovanni Maiani