venerdì 20 marzo 2015

Confronto tra il Ftsemib e lo Sp500 (in euro).

Una breve considerazione, semi tecnica, su un ben noto fenomeno che va avanti dall’inizio del 2009, praticamente dal 1° QE americano...

Presento il confronto storico tra gli indici azionari Ftsemib e Sp500 espresso in euro.

Il primo grafico, con due scale, è forviante in quanto emerge un indice azionario italiano che sembra più forte di quello americano negli anni 2005/2007, ma si tratta di un’illusione ottica.


Il secondo grafico, normalizzato, sottolinea pertanto il “vero” andamento degli indici come sopra.

Tuttavia, lo scritto odierno vuole attirare l’attenzione sugli ultimi 6 anni dove emerge uno Sp500 (espresso in euro) decisamente più forte rispetto al Ftsemib e la forbice tra i due indici è decisamente elevata.


Il terzo grafico mostra il semplice rapporto tra il Ftsemib e lo Sp500 che si trova praticamente in corrispondenza dei minimi storici.


Cosa accadrà ora che i QE americani sono conclusi (gli Usa si apprestano ad alzare i tassi) e che inizia il QE europeo?

Una piccola parte della liquidità potrebbe spostarsi sul listino milanese. L’indice ha, in ogni caso, un appuntamento non facile con l’attuale fascia di resistenza situata tra 23000 e 24500.

Cordialmente

Giovanni Maiani

giovedì 19 marzo 2015

Pagella scolastica ponderata.

La scuola è una grandissima Istituzione che ci prepara a fronteggiare la vita, professionale e non. In effetti, più sono le cose che sappiamo maggiori sono, teoricamente, gli strumenti a nostra disposizione che ci aiutano nelle nostre scelte future.

Detto questo, tutte le materie sono importanti allo stesso modo.

In effetti, quando ero quattordicenne non capivo che lo studio del latino mi serviva per capire meglio le lingue come l’italiano o il francese. Vedi per esempio che, in gran parte, la grammatica e l’etimologia provengono, guarda a caso, dal latino. Pensavo invece che quell’ora di studio fosse sprecata… E’ cosi per altre materie.

Pertanto tutto serve e tutte le materie, in un modo o in un altro, sono collegate tra di loro.

Tuttavia, lo sforzo nello studio non è lo stesso e, a mio modesto parere, occorre tenerne conto nella valutazione.

A secondo dell’indirizzo di studio, il numero di ore settimanali di insegnamento delle materie varia, nel caso preso in esame, 3° anno di un liceo scientifico, da 1 a 5 ore. Pertanto, complessivamente, una materia studiata per più tempo dovrebbe, potrebbe, essere potenzialmente più impegnativa rispetto ad un’altra studiata per un numero inferiore di ore, banalmente per la molle di cose da imparare, per il maggiore numero di compiti a casa e/o scuola, e così via… Nonostante ciò, ribadisco, tutte le materie sono importanti allo stesso livello, anche se per motivi diversi.

Comunque, faccio fatica a valutare allo stesso modo l’impegno di un lavoro settimanale di 5 ore e l’onere necessario per un lavoro settimanale di 1 ora.

Ho realizzato un doppio esempio per dimostrare la mia tesi.

In primis, ho inserito in una tabella le 13 materie studiate in una classe di 3° del liceo con il numero reale di ore settimanali. Non ho preso in considerazione la 13° materia solo allo scopo di ottenere valori non meno decimali, ma l’importante è rendere l’idea. Non ho voluto inserire il nome delle materie per non contradirmi in quanto tutte le materie sono importanti, ma qua voglio attirare la vostra attenzione sul numero di ore di studio per materie. Dopo la materia c’è il numero di ore alla settimana, nella colonna successiva il voto e, nell’ultima, i calcoli per la media ponderata. La media ponderata prende ovviamente in considerazione il voto e il numero di ore. In entrambi i casi abbiamo 6 materie con un numero di ore settimanali superiore a 3 ed altre 6 materie con un numero di ore settimanali inferiore o uguale a 2. Per questo motivo ho voluto ottenere 12 materie e non 13. Per essere precisi, una 14° materia, non presente nello studio, poteva essere il comportamento.

Primo caso:


Lo studente ha un 6 in tutte le materie maggiormente studiate a scuola e un bel 10 in tutte le altre.
La media complessiva è 8 (media semplice).

Secondo caso:


Lo studente ha un bel 10 in tutte le materie maggiormente studiate a scuola e un 6 in tutte le altre.
La media complessiva è sempre 8 (media semplice).

Matematicamente giusto, non fa una piega.

Tuttavia, l’impegno dello studente per seguire una materia 5 ore alla settimana è diverso rispetto a quello necessario per seguire una materie per un’unica, anche se fondamentale, ora di studio. Faccio fatica a valutare allo stesso modo queste due materie.

Da “bravo analista”, ricordo per chi mi legge per la prima volta che è autoironia, propongo di utilizzare la media pesata dei voti per il numero di ore di studio.

Nel primo caso, a prescindere dell’indirizzo di studio e del nome delle materie, lo studente avrebbe un voto di 7.21 (media ponderata) rispetto al precedente 8.00 in quanto arriva appena alla sufficienza nelle materie, non più importanti, ma maggiormente studiate.

Nel secondo caso, lo studente avrebbe un voto di 8.79 (media ponderata) rispetto al precedente 8.00 in quanto sarebbe stato fortemente premiato dopo aver preso la lode nelle materie maggiormente studiate.

In questi casi estremi, dove lo studente ha sei 6 e sei 10, o viceversa, una penalizzazione del 10% circa (che varia in relazione ai voti ottenuti e non è di certo una costante) o un miglioramento di 10% circa (stesso discorso) potrebbero offrire una valutazione, non migliore rispetto a quella attuale, ma soltanto diversa che mira a premiare i maggiori sforzi, intesi come risultati per numero di ore di studio di una materia.

Tuttavia, solo una cosa è fondamentale; studiare e studiare tutto, e possibilmente bene.

Cordialmente

Giovanni Maiani

lunedì 16 marzo 2015

Eur / Brl - Importante test

La divisa europea è in difficoltà nei confronti di molte altre valute, vedi per esempio il dollaro americano, e l’attuale QE europeo non aiuta le cose.

Tuttavia, nei confronti del real brasiliano, l’euro ha testato in varie occasioni l’area di supporto 2.20/15 circa dalla metà del 2010 alla metà del successivo 2011 prima di iniziare una fase di rafforzamento tuttora in essere. Lo scritto odierno vuole soltanto attirare l’attenzione sul movimento speculativo a “V”, “come lo chiamo io”, in atto dallo scorso mese di dicembre. In effetti, l’euro tende a raggiungere il massimo degli ultimi 10 anni circa, che non è di certo il massimo storico, individuato a poco oltre quota 3.48.



Da “bravo analista” penso che sarebbe un peccato se l’euro si riportasse stabilmente al di sotto di 3.25 brl circa in quanto il Brasile, tenendo conto del tasso di cambio e della debolezza dell’euro relativamente generalizzata nei confronti di altre valute, potrebbe essere un paese ancora economicamente vantaggioso per le prossime vacanze.

Cordialmente

Giovanni Maiani

mercoledì 11 marzo 2015

Lo Stocastico orrizontale.


Una mia nuova ricerca è stata pubblicata sul Quaderno ufficiale n°14 della Siat relativa a “un utilizzo molto originale e utile del ben noto oscillatore Stocastico”.

Di seguito alcuni passaggi.


Abstract

Un problema corrente è senz’altro quello di selezionare all’interno di determinato paniere quei titoli (intesi come fondi, azioni, valute, commodities,…) che potrebbero sovra performare nel prossimo futuro. Per effettuare il primo screening, la prima selezione, dobbiamo studiare gli storici con l’uso di vari metodi statistici/matematici. Uno di questi potrebbe essere lo stocastico orizzontale ….

In questo modo, abbiamo l’andamento cronologico del lavoro di un gestore, nel caso di un fondo, che possiamo analizzare in qualsiasi momento storico e rispetto a quello dei colleghi appartenenti ad altre società di gestione. Non mi serve conoscere la performance di un fondo a 1, 3 e 5 anni se non posso valutare, in primis, il suo andamento storico rispetto a quelli presenti nello stesso comparto. Mi devo poter fidare del gestore e lo stocastico orizzontale mi può aiutare in tale senso.

Inoltre, ad esempio, nel caso di azioni quotate in varie arre geografiche, ma riportate nella stessa divisa, abbiamo anche indicazioni utili sulla correlazione tra i vari titoli in quanto possiamo individuare titoli “complementari” per una strategia di switch.
Oggi propongo un utilizzo inusuale, ma interessante, di un ben noto indicatore di analisi tecnica.

Premessa:

Ho sempre trattato l’andamento storico del nav di un fondo come l’equity line della gestione di un serio professionista e mai con l’anonima media dello sviluppo di una serie di posizioni. Pertanto, già negli anni ‘97/’98 pubblicavo sul settimanale Borsa&Finanza analisi tecniche sui fondi valutando, anche se indirettamente ed in modo assolutamente obiettivo, il difficile lavoro svolto dai gestori.

Ho già scritto in varie occasioni che l’attuale utilizzo di alcuni strumenti statistici applicati ai fondi era, a dire poco, singolare e chi mi legge dal 1993 sa bene a cosa mi riferisco…

Di seguito, una tecnica, con i suoi pregi e i suoi difetti (ci mancherebbe altro) che offre un’altra sfaccettatura dell’operato degli specialisti della gestione.

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Conclusione

Indipendentemente delle performance realizzate dai singoli fondi, avrebbero potuto aver indifferentemente delle performance tra -90% e +150% o tra +10% e +500%, lo stocastico orizzontale ci permette di effettuare molto facilmente un primo screening all’interno di un paniere per poi focalizzare i nostri sforzi su di un numero limitato di strumenti. La selezione basata sulla sola performance non è sufficiente in quanto forviante.

Questo metodologia di calcolo studia un lungo periodo storico, consiglio circa 10 anni, e analizza accuratamente la performance di ogni singolo fondo rispetto a quella degli altri membri dello stesso comparto e la inquadra in una scala percentuale che va da 0 a 100. In questo modo, siamo in grado di scegliere immediatamente lo strumento, nel nostro caso un fondo azionario Italia, maggiormente affidabile.

Fatta questa prima selezione basata sulle performance, ci resta unicamente a valutare una manciata di fondi su un paniere iniziale che ne poteva contare anche una ventina.

A mio modesto parere è una metodologia molto semplice quanto efficace.

Applicato ad altri strumenti, vedi i titoli azionari, lo stocastico orizzontale consente di studiare l’andamento delle performance in relazione all’area geografica e ne individua, anche se sommariamente, le correlazioni.
 "

Colgo l’occasione per dire che, da “bravo analista”, penso sia doveroso insegnare a scuola gli arti marziali (almeno 1 ora al mese), sia come tecnica di difesa e per aumentare la propria autostima, sia per insegnare il rispetto e fare crescere la proprio autoconsapevolezza.

Cordialmente,
Giovanni Maiani

martedì 10 marzo 2015

Il Tfr in busta paga.

Da “bravo analista” penso che il Tfr in busta paga sia intellettualmente scorretto in quanto passa per un aumento/aiuto mensile, mentre è tutt’altro.

Cordialmente,

Giovanni Maiani